House of Voices

La poesia di Anna Maria Dall’Olio nella campagna inglese
A poco più di 30 km dal cuore di Londra, tra alberi e fiori, si trova Hertford con la sua Casa delle Voci – House of Voices in legno, realizzata a misura di bambola, in cui dallo scorso gennaio si respira la magia della creatività per dare spazio all’immaginario di artisti. Le mostre in miniatura sono parallelamente presenti anche sul web (Facebook e Instagram), così da poter essere seguite da un numero crescente di visitatori.
Ideata e curata da Giovanna Iorio, artista e insegnante che vive e lavora nel Regno Unito, l’originale progetto della House of Voices è stato ideato per ospitare fotografie e poesie (sotto forma di immagini) associate a ricordi che durano nel tempo. La Casa delle voci è unica per l’atmosfera che si respira, evocata da oggetti pensati per l’esposizione e dal vissuto dell’artista.
Dopo Alessandro Fo Matilde Tortora ed Eugenia Serafini, dal 26 marzo al 9 aprile 2022 è stata la volta di Anna Maria Dall’Olio, apprezzata per la versatilità e la capacità di mischiare generi letterari toni e dimensioni temporali.
Nella Casa delle Voci Dall’Olio si è diffusa nella narrazione commossa di foto di famiglia spesso ingiallite dal tempo, ma non per questo meno vive. Come è nello stile della scrittrice, il passato sofferto – incarnato dai nonni contadini – si è incontrato/scontrato con baldanzosi supereroi del fumetto e soprattutto con sofisticati personaggi di fantascienza.
Accompagnata dalla musica allusiva di Lucio Lazzaruolo, la voce di Dall’Olio ha letto la poesia “Homo video ludens” (lato B del vinile “Back to Analog”, inciso nel 2021) in un’atmosfera da thriller allucinato. Così scrive su “Anterem” Ranieri Teti a proposito della poesia: “Un ciak dell’autrice-regista fa azionare la macchina da presa, tutta linguistica, come se fosse in presa diretta con un pensiero: un primo piano di sibilanti e di “o” introduce il set, lo spazio generativo verbale in cui agisce l’”Homo videoludens”, dove “la sostanza non è reale”. La sapiente regia passa a un piano americano quando introduce, in francese, l’elemento ludico del titolo. Anche se a ben guardare il testo è tutto un piano sequenza che continua a tornare su se stesso, in loop, dove a ogni ripresa o ritorno d’immagine emergono nuovi particolari. E così si coglie nel terzo verso quel “si” insistito “sì simile simulacro” come se fosse un’invocazione o un successo del videoludens, e, in un successivo, ulteriore sguardo, quel “s’annuvola” che “s’avvolge in voluta”: da un totale a un frammento, dal celeste a una spirale di fumo; un rovesciamento di sineddoche. Anna Maria Dall’Olio produce un testo che coniuga inestricabilmente senso e linguaggi.”

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